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EO POWER - GIUGNO/LUGLIO 2024 XX Power all’unità, dove il valore specifico di PF è funzione del livello di potenza e dello standard normativo di controllo • Compatibilità elettromagnetica (EMC), che carat- terizza la massima interferenza elettromagnetica (EMI)/interferenza in radiofrequenza (RFI) dell’a- limentatore e la sua suscettività alle scariche elet- trostatiche (ESD), all’energia irradiata, agli eventi di burst (transitori veloci), alle sovratensioni di li- nea e ai campi magnetici • Sicurezza, che definisce i requisiti di base per pro- teggere l’utente e l’apparecchiatura, tra cui la ten- sione di isolamento tra ingresso e uscita, ingresso a terra e uscita a terra Requisiti per gli alimentatori medicali Altri standard e obblighi normativi contribuiscono a complicare lo scenario quando si valuta un alimenta- tore per applicazioni medicali. Questi riguardano prin- cipalmente la sicurezza del paziente e dell’operatore, garantendo che l’alimentazione non li metta a rischio in caso di guasti. Gran parte dell’attenzione è concentrata sulle cor- renti di dispersione o parassite. Una tensione di linea standard (110/230 V a 50 o 60 Hz) applicata attraverso il torace anche per una frazione di secondo può indurre la fibrillazione ventricolare con correnti fino a 30 mA. Se la corrente ha un percorso diretto verso il cuore, ad esempio attraverso un catetere cardiaco o un altro elettrodo, una corrente molto più bassa, inferiore a 1 mA (c.a. o c.c.) può causare fibrillazione. Di seguito sono riportate alcune soglie standard spes- so citate per la corrente che attraversa il corpo umano mediante il contatto pelle-superficie, mentre i valori pericolosi sono molto più bassi nel caso di contatto in- terno: • 1 mA: appena percettibile • 16 mA: corrente massima che una persona di cor- poratura media può ricevere e “rilasciare” • 20 mA: paralisi dei muscoli respiratori • 100 mA: soglia di fibrillazione ventricolare • 2 A: arresto cardiaco e danni agli organi interni I livelli di rischio sono anche una funzione del percorso del flusso di corrente attraverso due punti di contatto con il corpo, ad esempio ai capi o attraverso il torace oppure da un braccio ai piedi. Per questo motivo è fon- damentale ridurre al minimo le correnti di dispersione che attraversano l’isolamento dielettrico di un trasfor- matore di isolamento c.a. A prima vista potrebbe sembrare che la quantità di corrente di dispersione sia trascurabile utilizzando un isolamento di qualità adeguata. Tuttavia, se da un lato questa dispersione può essere costituita da una cor- rente che “trapassa” fisicamente l’isolamento a cau- sa della natura non perfetta di quest’ultimo, dall’altro può derivare da correnti generate per accoppiamento di tipo capacitivo, che possono attraversare anche un isolamento con caratteristiche eccellenti. Un modello semplificato di un trasformatore ideale mostra un perfetto isolamento galvanico (ohmico) tra il lato primario e il lato secondario (Fig. 1). Con un trasformatore ideale, la corrente non può scor- rere direttamente dalla rete c.a. al dispositivo alimen- tato per formare un anello (loop-back) completo di corrente verso la rete c.a., anche se un guasto al com- ponente o al cablaggio fornisce un nuovo percorso di corrente sul lato secondario. Tuttavia, nessun trasfor- matore è perfetto e ha sempre una capacità tra gli av- volgimenti primario-secondario (Fig. 2). Un modello più sofisticato aggiunge ulteriori fonti di capacità tra gli avvolgimenti (Fig. 3). Questa capacità indesiderata consente il flusso di cor- Fig. 1 – Il modello base di un trasformatore mostra che non esiste un percorso di corrente dal lato primario al lato secondario (Fonte: Power Sources Manufacturers Association)

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