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Verso la fine dello scorso anno si è verificato un “collo di bottiglia” relativamente alla fornitura di semiconduttori destinati al settore automotive che si è rapidamente propagato ad altri settori industriali, assumendo le forme di una carenza globale. Per dare un’idea, lo scorso luglio il lead time per i chip utilizzati in server e data center è passato da 45 a 66 settimane. Carenza che non sembra destinata a risolversi in tempi brevi, come confermato recentemente dai vertici di Daimler AG, secondo i quali questa situazione si protrarrà per tutto il 2022. Pesanti le ripercussioni in termini economici: alcuni analisti di mercato (AlixPartners) stimano per quest’anno una perdita di fatturato intorno ai 110 miliardi di dollari per l’industria automobilistica. Il mondo consumer non se la passa meglio: Apple ha recentemente dichiarato che la carenza di chip ha provocato una perdita di potenziali vendite per un valore pari a 6 miliardi di dollari. Le previsioni dei protagonisti del mondo dell’auto trovano d’accordo anche gli executive delle aziende che operano nel settore dell’elettronica e delle fonderie. Pat Gelsinger, CEO di Intel, lo scorso aprile affermava che sarebbero occorsi un paio di anni per ritornare alla normalità. Secondo Flex, terzo più grande OEM ed EMS su scala globale che può annoverare tra i suoi clienti Ford, Dyson e HP, la penuria di chip proseguirà anche nel 2023. Opinione condivisa anche da UMC, terza fonderia al mondo per fatturato: il co- president della società Chien Shan-Chieh ha inoltre puntualizzato che la forte domanda di chip per automotive e smart home sta contribuendo ad allungare i tempi della crisi. In un contesto di questo tipo non è semplice individuare soluzioni. Gartner all’inizio dell’anno ha suggerito alle aziende di prenotare in anticipo le capacità produttive delle fonderie e i servizi delle aziende OSAT e di monitorare con attenzione e “intelligenza” la catena di fornitura in modo da prevenire eventuali interruzioni che possano interessare i loro componenti. Aumentare il numero di fornitore è anche un approccio valido, suggerito da IHS Markit e Forrester, anche se in questo caso bisogna tener conto del problema, in aumento, della contraffazione dei chip. Per gli OEM, il ricorso all’e-commerce gestito da aziende in grado di offrire prodotti di qualità certificata e con capacità di evasione globale può costituire una valida alternativa. Filippo Fossati Chip shortage: il punto della situazione Editoriale ELETTRONICA OGGI 498 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2021 13

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