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60 - ELETTRONICA OGGI 493 - APRILE 2021 COMPONENTS LED UVC La disinfezione delle superfici Altri virus e batteri sono trasferiti anche attraverso le superfici, inclusi il virus dell’influenza, i norovirus, i rotavirus, lo streptococco e la salmonella. Per steriliz- zare superfici più grandi, un prodotto adatto sarebbe ad esempio il LED UVC PU35CL1.0 a bassa potenza di Lextar con uscita pari a 2-4 mW a 20 mA, che può essere utilizzato anche per pastorizzare bevande, con- fezionare cibi antimicrobici e sterilizzare spazzolini da denti. Per le installazioni su scala più ridotta, Bolb ha intro- dotto il LED UVC compatto a media potenza S3535- DR100-W272-P40 condimensioni da 3,5 x 3,5 x 0,9mm³. Con un consumo di potenza in continua pari a 40 mW e una corrente di soli 100 mA, il dispositivo si contrad- distingue per avere in assoluto il consumo energetico più basso e la minore produzione di calore. Nel segmento ad alta potenza, Bolb ha introdotto all’interno della propria gamma il LED UVC S6060- DR250-W272-P100, il componente più potente con un consumo di corrente in continua di 100 mW a 250 mA (Fig. 2). I LED UVC di Bolb sono particolarmente adatti per il trattamento delle acque potabili e per la disinfezione dell’acqua nelle piscine o nei camper, oltre che per applicazioni che richiedono requisiti di intensità di ir- raggiamento (W/m²) più severi come avviene in ambiti quali i sistemi di filtraggio industriali, i purificatori d’a- ria, le unità di disinfezione medica e gli aspirapolvere. Criteri di selezione dei LED UV Un importante criterio di selezione dei LED UV è l’an- golo del fascio di emissione, con determinati ango- li richiesti per specifiche applicazioni. I LED UVC di Bolb sono caratterizzati da un angolo di fascio di 150° che, se necessario, può essere ulteriormente focaliz- zato utilizzando lenti Ledil . Poiché ciò riduce la super- ficie irradiata, aumenta anche l’energia di radiazione per metro quadrato, il che significa che il tempo di esposizione richiesto risulta ridotto quando si applica la stessa energia emessa. Diverse lenti UV con vetri compatibili consentono di ridimensionare facilmente l’emissione dell’irradiazione per scopi diversi. Per le proprie lenti UV, Ledil utilizza una speciale classe di silicone che è compatibile nello specifico con le lun- ghezze d’onda UVC, oltre a riflettori in alluminio che sono altamente riflettenti in tutte le lunghezze d’onda ultraviolette: ciò li rende particolarmente adatti per le applicazioni di disinfezione. Altri criteri di selezione dei LED UV includono gli stan- dard UV nazionali, la riflettività su diversi materiali (Fig. 3), la gestione del calore, i driver, il consumo di potenza e la legge di proporzionalità quadratica inver- sa, che determina come l’intensità di un raggio dimi- nuisce con l’aumentare della distanza dalla sorgente luminosa. La superficie emittente dei LED Blazar di Bolb soddisfa molti di questi criteri. Questo modulo UVC con 25 LED (5×5) con un riflettore da 55° raggiunge una potenza effettiva di 2 W con un consumo energetico di appena 1,25 A. I LED multi-UV sono attualmente in fase di sviluppo. Con un chip a doppia lunghezza d’onda, essi possono fornire più lunghezze d’onda UV, ad esempio UVA e UVC, e ciò li rende in sostanza un’arma per tutti gli impieghi nella lotta contro virus, batteri e altri agenti patogeni. Un approccio strategico nella lotta contro gli agenti patogeni I LED UVC sono stati originariamente sviluppati per combattere i microrganismi multi-farmacoresistenti come lo Staphylococcus aureus resistente alla meti- cillina (MRSA). Sono attualmente in corso test per de- terminare come i LED UVC possano essere utilizzati anche per combattere i virus. Questi ultimi possono riprodursi solo con l’aiuto di un organismo ospite. Essi infestano una cellula e la riprogrammano usando l’a- cido ribonucleico (RNA) della cellula stessa. Quando i virus appena prodotti infettano altre cellule, la cellu- la ospite viene distrutta da questo processo di ripro- duzione. L’RNA del virus assorbe la luce UVC ad alta energia e ad onde corte, che provoca la distruzione delle informazioni genetiche, rendendo il virus incapa- ce di diffondersi e di infettare ulteriori cellule. Fig. 3 – Materiali diversi riflettono i raggi UV a livelli diversi. Questo aspetto deve essere considerato in fase di progettazione

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