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È passato più di un anno da quando la pandemia ha colpito il mondo e i suoi effetti hanno avuto (e avranno) un impatto enorme dal punto di vista economico (e purtroppo non solo). Secondo le più recenti stime dell’OCSE il Pil mondiale è diminuito del 4,2% (contro la previsione, fatta ovviamente in epoca pre-Covid, di una crescita superiore al 3%) e il rimbalzo atteso per il 2021 (+4,2%, di cui un terzo ascrivibile alla sola Cina) dipenderà in larga misura dalla capacità di risposta epidemiologica dei vari Paesi all’e- volversi del virus (in pratica dalla capacità di vaccinazione). Come è successo per tutti gli altri settori industriali, anche l’industria elettronica, nel suo complesso, ha dovuto fare i conti con l’ondata pandemica e i risultati di questo match hanno evidenziato finora una notevole resilienza (termine ormai entrato nel lessico comune) del comparto. Innanzitutto, si può dire che il 2020 ha fatto segnare il record per quanto riguarda le operazioni di M&A (Merger&Acquisition). Grazie a cinque acquisizioni di rilievo, iniziate con l’acquisto di Maxim da parte di Analog Devices durante l’estate e terminate un paio di mesi con fa l’incorporazione di Xilinx in AMD (che comunque devono ancora esse- re finalizzate) e ad altre decine di analoghe operazioni di minore entità, il valore degli accordi di M&A l’anno scorso ha raggiunto quota 118 miliardi di dollari, oltre 10 miliardi in più rispetto al record precedente (107,7 miliardi) del 2015. Dal punto di vista numerico, i dati preliminari diffusi da Gartner evidenziano un aumen- to del fatturato dell’industria dei chip pari al 7,3% rispetto al 2019, che ha chiuso l’anno con un volume d’affari pari a 449,8 miliardi di dollari. Sebbene alcuni settori, come ad esempio automotive, aeronautica civile e alcuni comparti consumer, siano stati duramente colpiti dalla contrazione delle spese sia aziendali sia dei consumatori, altri hanno potuto beneficiare del consistente aumento del numero di lavoratori/studenti in smartworking/didattica a distanza. È il caso dei processori e delle memorie (sia Dram sia flash), che hanno potuto beneficiare dell’aumento della domanda sia di PC sia di server. Di questo incremento si è avvantaggiata Intel, che ha potuto conservare la vetta della classifica della top ten dei semiconduttori, nonostante una crescita abbastanza modesta (+3,7%) del fatturato rispetto all’anno precedente. Il maggior numero di per- sone che lavorano e studiano da casa ha anche stimolato la domanda di router Wi-Fi 6 e connessioni FTTH (Fiber-To-The-Home) necessarie per connessioni a larga banda. Il lockdown forzato ha avuto riflessi estremamente favorevoli sui servizi di streaming video (Amazon Prime e Netflix “in primis”) che in termini tecnologici si traduce in un aumento della domanda di server e di risorse di cloud computing. Da ultimo non è da sottovalutare, oltre a quello di Covid-19, l’impatto della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Poiché sviluppo e produzione di semiconduttori del colosso asiatico dipendono ancora in larga misura da società straniere (in gran parte statunitensi), una profonda ristrutturazione della supply chain appare inevitabile. Filippo Fossati 13 - ELETTRONICA OGGI 491 - GENNAIO/FEBBRAIO 2021 Chip vs Covid: una sfida impegnativa EDITORIALE
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