EO_490

EDA/SW/T&M 54 - ELETTRONICA OGGI 490 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2020 PSUs motivi, gli alimentatori PLS600 consentono la rapida visualizzazione dei valori dei parametri. Inoltre, essi sono tutti memorizzati internamente in modo da evita- re il loro re-inserimento all’accensione. Tale programmabilità di base è solo il primo aspetto di una PSU che si possa definire veramente versatile. Esi- stono molte situazioni, in fase di test e valutazione, in cui è necessario che l’alimentatore esegua uno “script” (ovvero un programma) predefinito in tempo reale, in- dipendente da una connessione di rete. Per questo motivo, la serie PLS600 integra una sofisticata funzio- nalità di scripting che permette agli utenti di scrivere programmi personalizzati per la generazione di profili di uscita definiti dall’utente volti a soddisfare un’ampia varietà di requisiti unici e di caricarli sull’alimentato- re per eseguirli su richiesta. Questo permette agli ali- mentatori di svolgere un ruolo avanzato all’interno di sistemi e di proporsi come un elemento efficace nella valutazione delle prestazioni di un prodotto e nel cor- so di test relativi al ciclo di vita come a esempio HALT (Highly Accelerated Life Test), nonché contribuire alla ricerca di minime anomalie relative alle caratteristiche del sottosistema di potenza del prodotto finale. L’evoluzione della connettività e del controllo Anche se un alimentatore da banco dovrebbe avere un pannello frontale, oltre a comandi pratici e intuitivi per un accesso immediato alle funzioni base, queste funzionalità non risultano adeguate per un’alimenta- zione efficiente a livello di sistema. Oltre alle comode manopole rotanti per la regolazione della tensione e della corrente, la serie PLS600 supporta anche il con- trollo remoto tramite ingressi di controllo USB, Ether- net e analogici. Anche se può sembrare anacronistico, il controllo ana- logico permette di impostare direttamente e facilmente un controllo remoto di base e può essere necessario in alcune applicazioni di tipo legacy. Si noti che gli stru- menti da banco tendono ad avere una durata molto lunga e ci sono ancora in circolazione unità con in- terfaccia IEEE-488 GPIB (General Purpose Interface Bus). Il controllo analogico è comodo anche quando l’alimentatore viene utilizzato in un sistema che pre- vede la retroazione ad anello chiuso, dove la tensione di alimentazione deve essere regolata in tempo reale sulla base di una tensione rilevata o derivata. Oltre al controllo analogico di base, tutti gli alimentato- ri PLS600 risultano conformi alle specifiche LXI (LAN eXtensions for Instrumentation) e di conseguenza soddisfano gli standard di interoperabilità per gli stru- menti basati su LAN. Sono altresì disponibili i driver LabVIEW e IVI (Interchangeable Virtual Instrument) per l’uso con tutto il software standard. Le unità sup- portano SCPI (Standard Commands for Programmable Instruments) e di conseguenza tutto il software ba- sato su SCPI sviluppato dall’utente. Gli ingressi USB ed Ethernet sono conformi a SCPI e i driver LabVIEW sono disponibili sul sito web di National Instruments . Per garantire l’attendibilità dell’impostazione e della lettura dei valori (readback), gli alimentatori includo- no convertitori digitale/analogico e analogico/digitale a 12 bit per una misurazione accurata e la segnalazio- ne di tensione e corrente. La combinazione di una configurazione remota in rete con la possibilità di modificare manualmente (o sotto il controllo di un programma) e di riportare lo stato dell’alimentazione e le condizioni di allarme non è solo una questione di comodità. Essa riduce la necessità di un assiduo controllo dell’unità in prova da parte del progettista e permette di analizzare e correlare le ano- malie nel momento in cui si verificano. L’abbinamento con strumenti come un registratore di dati (data log- ger) o un oscilloscopio digitale con elevata profondità di memoria e trigger adeguati facilita l’esecuzione di test di lungo periodo e il successivo download dei ri- sultati per un’analisi più completa. Rilevamento remoto e calibrazione Tutti i conduttori di corrente e i terminali (rail) di po- tenza sono soggetti a cadute di tensione (V), che pos- sono essere calcolate con la classica legge di Ohm (V = IR). Di conseguenza, la tensione erogata al carico può facilmente essere pari a qualche millivolt al di sot- to del suo valore nominale all’alimentazione, ma anche discostarsi di decine o addirittura centinaia di millivolt. Un modo per affrontare questo problema legato alla caduta di tensione prevede la compensazione, ovve- ro l’aumento della tensione nominale dell’alimentatore di una quantità pari alla caduta. Si tratta comunque di una metodologia poco efficace, perché essendo la caduta pari a IR, essa risulta funzione della corrente assorbita che sarà inevitabilmente soggetta a fluttua- zioni. Di conseguenza, la tensione al carico può essere in realtà troppo alta nei momenti in cui la corrente e la conseguente caduta di IR sono basse. Per questo motivo, la tipica soluzione consiste nell’u- so del rilevamento remoto tramite due conduttori ag- giuntivi in una configurazione Kelvin. In questo modo è possibile rilevare la tensione effettiva sul carico che viene inviata all’alimentatore che può così regolare di- namicamente l’uscita in modo che la tensione sul cari- co abbia sempre il valore desiderato. Questa soluzione diffusa è accettata come prassi standard e di solito risulta efficace, anche se non prova di inconvenienti. In primo luogo, c’è la necessità di questi due condut- tori in più, che sembra una cosa banale ma contribu- isce ad aumentare il disordine. In secondo luogo, non è sempre facile aggiungere due contatti a bassa re- sistenza al carico, specialmente quando i contatti del carico non sono stati progettati per poterli ospitare.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTg0NzE=