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Dopo un negoziato durato circa due mesi, Nvidia ha annunciato l’acquisizione di Arm per una cifra che ammonta a 40 miliardi di dollari. Si tratterebbe (l’operazione non si concluderà prima di 18 mesi) della maggiore acquisizione della storia dei semicondut- tori, che supera in valore l’acquisto di Broadcom da parte di Avago (37 miliardi) e di Arm da parte di SoftBank (32 miliardi). I servizi e le licenze tecnologiche di Arm hanno generato lo scorso anno ricavi per 1,8 miliardi di dollari (1 miliardo nel primo semestre 2020) ma i vertici di SoftBank hanno deciso di cedere il loro “gioiello” per rientrare delle perdite derivanti da investimenti non proprio fruttiferi nelle start-up. SoftBanck, dal canto suo acquisirà una partecipazione azionaria (sotto il 10%) in Nvidia. Dal punto di vista tecnologico questa operazione significa riunire sotto lo stesso tetto due tra le tecnologie più “disruptive” di questo inizio secolo, ovvero intelligenza artificiale e mobi- le computing, con conseguenze di ampia portata sul futuro dell’elaborazione. Le Gpu della californiana Nvidia sono state le artefici della rivoluzione del deep learning sin dai tempi (correva l’anno 2011) in cui i ricercatori di Google scoprirono che queste unità grafiche potevano far girare le reti neurali in maniera più efficiente rispetto alle tradizio- nali Cpu. I chip ad alta efficienza energetica dell’inglese Arm, invece, stanno dominando da un tempo ancora più lungo i mercati dell’elaborazione mobile ed embedded. Nei rispettivi settori, la posizione di leadership delle due aziende è fuori discussione: basti pensare che oltre il 97% delle infrastrutture di elaborazione basate sull’AI dei maggiori fornitori di servizi cloud sono supportate dalle Gpu di Nvidia, mentre oltre il 90% degli smartphone è equipaggiato con processori Arm. Vista la quasi assenza di sovrapposi- zione, la relazione tra le aziende potrebbe dirsi quasi simbiotica. Con questa acquisizio- ne, inoltre, Nvidia aggiunge ai propri chip grafici la progettazione di CPU, diventando un’azienda a 360° come Intel e AMD. Ma non mancano gli ostacoli. Il modello di busi- ness delle due aziende è differente: mentre Nvidia produce processori “ready-made”, Arm sviluppa progetti di chip e poi li concede in licenza ad altre società che possono personalizzarli in base alle loro esigenze. Quindi i progetti di Arm sono utilizzati in pro- dotti di centinaia di aziende tra cui Apple, Samsung, Huawei, Qualcomm e persino la stessa Nvidia. È chiaro che l’acquisto da parte di Nvidia di Arm potrebbe danneggiare la neutralità che ha avuto un ruolo importante nel successo dell’azienda californiana. Ciò potrebbe spingere alcune aziende a guardare in altre direzioni: un’opzione potrebbe essere Risc-V, una tecnologia (o meglio un ISA) open source sviluppata dai ricercatori della università di Berkeley in California. Le implicazioni politiche sono ancora più spi- nose: la Cina teme che diventando americana, molte delle aziende cinesi clienti di Arm potrebbero rimanere vittime delle restrizioni alle importazioni, mentre la Corea del Sud vede con timore la nascita di un colosso tecnologico che potrebbe trasformarsi in un agguerrito competitor di Samsung in determinate aree. Il mondo imprenditoriale d’Oltre Manica, dal canto suo, ha espresso preoccupazione per la possibile perdita di posti di lavoro altamente qualificati anche se, secondo le dichiarazioni rilasciate di Nvidia, Arm manterrà il quartier generale a Cambridge e saranno incrementati gli investimenti per creare un nuovo polo di ricerca sull’AI che si focalizzerà su alcuni dei temi più “hot” quale robotica, medicale e auto a guida autonoma. Filippo Fossati 13 - ELETTRONICA OGGI 489 - OTTOBRE 2020 Nvidia-Arm: due tecnologie chiave sotto lo stesso tetto EDITORIALE
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