EO_488
53 - ELETTRONICA OGGI 488 - SETTEMBRE 2020 COMM NETWORKING STANDARD da indice nella tabella di routing. Questo semplifi- ca notevolmente l’inoltro dei pacchetti. Tutte le altre informazioni vengo- no allegate ai messaggi del piano di controllo (in modo che debbano esse- re inviate una sola volta per ciascun flusso, anziché per ogni singolo pacchetto). La larghezza di banda necessaria risulta quindi nettamente inferiore, garantendo comunque un funzionamento deterministico. Infine, vari istituti acca- demici stanno attualmente lavorando a progetti che utilizzano la Re- cursive InterNetwork Architecture (RINA). Più snello rispetto al TCP/ IP, questo protocollo richiede molto meno lavoro di routing, renden- dolo particolarmente interessante dal punto di vista della QoS, della sicurezza e della mobilità. Aspetti di standardizzazione Dato che si tratta di NIN, è fondamentale garantire la coerenza in tutto il settore, in modo da evitare la dipendenza da soluzioni proprietarie e supportare l’interoperabilità tra fornitori. In più, è necessario ga- rantire il funzionamento con le infrastrutture legacy esistenti. Tutto questo imporrà un livello di standardizzazione avanzato e ben de- finito. A fine 2019, ETSI ha costituito un ISG (Industry Specification Group) che sta lavorando assiduamente allo sviluppo degli standard NIN esistenti e studiando protocolli che potrebbero essere utilizzati come alternative più efficaci alla ormai datata suite TCP/IP. L’obiettivo di questo ISG è di mettere a punto un banco di prova entro i prossi- mi 12-14 mesi. A quel punto sarà possibile definire le specifiche di questi protocolli che consentiranno di affrontare tutti i problemi di la- tenza, mobilità, sicurezza e volume di dati precedentemente descritti, garantendo al contempo la piena compatibilità con le versioni prece- denti. Uno degli obiettivi chiave in riferimento a quest’ultimo punto è quello di formulare un modello di indirizzamento più adattabile che possa funzionare altrettanto bene con nodi IP e non IP. I prototipi che utilizzano Flexilink, ad esempio, sono già in esecuzione e hanno mo- strato una buona interoperabilità con l’infrastruttura TCP/IP legacy. Inizialmente, il lavoro dell’ISG NIN sarà probabilmente applicabile solamente alle reti mobili private (per l’automazione di fabbrica e il controllo dei processi), con la possibilità di una maggiore diffusione nel lungo termine. Le regole di ingaggio sono dunque cambiate ed è evidente che il TCP/IP non potrà più essere sempre la risposta, semplicemente per- ché appesantito da un bagaglio eccessivo. In un numero sempre cre- scente di casi d’uso, saranno necessarie altre metodologie. Il TCP/IP è stato sviluppato in un’epoca in cui si prevedeva che la posizione di ciascun endpoint di rete sarebbe rimasta costante nel tempo e che i dati trasportati fossero molto meno sensibili al tempo e non così voluminosi. Il NIN offre la possibilità di introdurre nuove forme di instradamento dei pacchetti e, pur avendo lo scopo di supportare il traffico TCP/IP per le applicazioni legacy (esattamente come prima), sarà senza dubbio vantaggioso in maniera trasversale per diversi settori industriali. L’impatto della discontinuità in questa tipologia di trasmissione sarà quindi trascurabile.
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