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Superate le 55 primavere, la legge di Moor incomincia a mostrare il segno dei tempi, complice la frenata dell’evoluzione dei processi di produzione dei semiconduttori. Un nuovo approccio sembra però avere tutte le carte in regola per ridare slancio a questa legge formulata nel 1965 da Gordon Moore: quello basato sui chiplet. Senza entrare in troppi dettagli tecnici, un chiplet è un blocco funzionale che include blocchi IP riutilizzabili. Esso può essere creato suddividendo un die in funzioni ed è connesso a un interposer in silicio o a un substrato organico, anche se nuove opzioni si stanno profilando all’orizzonte. TSMC ha dichiarato che l’utilizzo dei chiplet sarà uno dei più importanti sviluppi per i prossimi 10-20 anni. Alcune proiezioni di mercato, d’altra parte, sembrano conferma- re questa dichiarazione: secondo la società di ricerche Omdia il mercato dei micro- processori realizzati sfruttando questi chiplet arriverà a toccare quota 5,8 miliardi di dollari nel 2024, un aumento di un fattore pari a 9 rispetto ai 645 milioni di dollari fatti registrare due anni orsono. Numerosi sono i fattori alla base dell’aumento della domanda di chiplet, tra cui riduzione dei costi e possibilità di riutilizzo dei blocchi IP. Il design basato sui chiplet è stato ad esempio una delle mosse vincenti di AMD, per quanto riguarda l’ultima generazione di processori basati su architettura Zen2. La società ha messo in relazione i costi di produzione avuti con l’approccio a chiplet e quelli cui sarebbero andati incontro utilizzando il tradizionale processo monolitico. Secondo i calcoli di AMD, con un approccio monolitico i costi di produzione delle CPU, a partire dai 16 core, sarebbero stati doppi rispetto a quelli attuali. La situazione risulta comunque simile anche con le CPU al di sotto dei 16 core, infatti le CPU fino ai Ryzen 7 avrebbero avuto costi del 30% circa più elevati. Non è comunque un caso che tra le prime società a sondare la validità di un approc- cio basato sui chiplet ci siano state quelle impegnate sul fronte dei processori, senza dubbio le più penalizzate dal “rallentamento” della legge di Moore. Intel e AMD sono stati i pionieri nell’adozione di questo approccio e presumibilmente saranno anche le prime a impegnarsi nel processo di standardizzazione di questi chiplet. D’altra parte un approccio di questo tipo viene adottato per la realizzazione dei dispositivi a microprocessori più avanzati e a elevato grado di integrazione, dai SoC alle Gpu, dai dispositivi logici programmabili ai già citati microprocessori. Un aspetto interessante è che nella prossima era dei chiplet ci sarà spazio anche per nuovi player. Un esempio è la californiana zGlue che offre un tool online, denominato ChipBuilder, che permette di realizzare un chip custom a partire da una libreria com- posta da un migliaio di chiplet. Comunque quello dei chiplet è destinato a essere un mercato di sicuro successo e in continua espansione che sul lungo periodo, si parla del 2035, dovrebbe generare il ragguardevole fatturato di 57 miliardi di dollari. Filippo Fossati 13 - ELETTRONICA OGGI 486 - MAGGIO 2020 Chiplet: la legge di Moore alla riscossa EDITORIALE

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