EO_481

ANALOG/MIXED SIGNAL POWER SEQUENCING 43 - ELETTRONICA OGGI 481 - OTTOBRE 2019 gettuale, poiché il problema viene mascherato da quello dell’intero sistema; di con- seguenza risulta difficile per il progettista ”distingue- re un albero in una foresta”. È altrettanto improbabile che il progettista possa mo- nitorare simultaneamente tutte le 80 linee nel momen- to in cui il problema si ma- nifesta, e proprio per que- sto si rende praticamente impossibile l’identificazio- ne di quella che ha causato il guasto. In un sistema di debug ide- ale, identificata la linea di alimentazione potenzial- mente problematica, sareb- be auspicabile che le altre linee rimanessero alimenta- te, in modo da riuscire a os- servare il comportamento della linea difettosa mentre il resto del sistema rimane attivo. Anche se la modifica forzata della configurazione di sequence raggiunges- se lo scopo, rompere una sequenza per effettuarne il debug rappresenta nella migliore delle ipotesi un ap- proccio molto poco pratico. ADI Power Studio e ADM1266 dispongono di strumenti avanzati per il debug che si trovano tipicamente negli ambienti di progettazione software per semplificare il processo di debug. Il primo di questi strumenti si pre- senta sotto forma di breakpoint, mediante il quale la sequenza si può arrestare in un particolare stato. In un sistema con più dispositivi ADM1266, tutti passeranno attraverso la macchina a stati e si fermeranno all’inizio dello stato per il quale è stato inserito il breakpoint definito dall’utente. Questa pausa nella sequenza per- mette al progettista di identificare la linea di tensione difettosa o di verificare perché un determinato segna- le non si trovi al corretto livello logico. Per il progettista è anche possibile procedere attra- verso una sequenza, applicando breakpoint a tutti gli stati. Una delle applicazioni di tale “single stepping” è verificare le accensioni con pre-polarizzazione delle alimentazioni prima che queste siano abilitate. Il pro- gettista può procedere passo-passo lungo la sequenza di alimentazione, per verificare se eventuali linee, pre- sumibilmente disabilitate, abbiano tensione alle uscite, opportunamente mostrate nella finestra della sezione monitor di ADI Power Studio. La figura 5 illustra un esempio di breakpoint definito dall’utente. Un altro stru- mento di debug è la funzionalità di registrazione “a sca- tola nera” (blackbox) con la quale, quando viene attivato da un evento critico, l’ADM1266 ricava una istantanea dello stato di tutti i monitoraggi di tensione e dei pin di- gitali. Una volta che il blackbox è stato attivato, registra le informazioni relative allo stato del sistema durante l’evento, lo stato valido precedente, l’ora dell’evento, il numero di accensioni e di guasti del componente, ecc.; ciò aiuta il progettista a identificare i malfunzionamenti e a diagnosticarne velocemente le cause. La funzione di blackbox gioca un ruolo importante nel riscontrare le condizioni di guasto nelle applicazioni di produzione, risultando molto utile nelle attività di ma- nutenzione e aggiornamento. Può essere usato anche come uno strumento di debug durante lo sviluppo. Per esempio, quando un progetto è sottoposto a collaudo in camera climatica o a test meccanici, può risultare impossibile effettuare rilevazioni strumentali utilizzan- do apparati di laboratorio da banco, mentre i blackbox sono in grado di catturare localmente i malfunziona- menti per una successiva analisi. La figura 6 mostra una schermata della registrazione di un blackbox. Per risolvere il livello di complessità sempre crescente dei requisiti di sequencing di alimentazione, le solu- zioni devono essere scalabili, ricche di caratteristiche e intuitive. Power Studio e il sequencer a 17-canali ADM1266 di ADI rispettano queste condizioni, fornen- do strumenti di progetto e di debug di alto livello che riducono i tempi di sviluppo e di collaudo. Ciò consen- te ai progettisti di dedicare più tempo all’innovazione e alla produzione di soluzioni robuste e affidabili. Fig. 6 – Il monitoraggio dello stato, mediante blackbox, presenta un’analisi istantanea delle condizioni a eventi definiti dall’utente. I trigger del blackbox possono essere inclusi nei sistemi in produzione, per aiutare la diagnostica e la manutenzione sul campo, nonché il debug

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