EO_479

ANALOG/MIXED SIGNAL OP AMPS 33 - ELETTRONICA OGGI 479 - GIUGNO/LUGLIO 2019 Questi ultimi devono essere in grado di fornire valori eccellenti in termini di resistenza alle EMI. Ciò si ot- tiene essenzialmente equipaggiando gli amplificatori operazionali con filtri attivi. Inoltre, un’efficiente re- iezione di modo comune contrasta le tensioni di ru- more in fase ad alta frequenza presenti a entrambi gli ingressi dell’amplificatore. In questo contesto, ciascun fornitore si basa sui propri processi. Effetti legati alle interferenze EMI Un tipico dispositivo radio mobile, in quanto generato- re di EMI, è in grado di emettere radiazioni con un’in- tensità di campo fino a 100 V/m (valore di picco) in un intervallo compreso fra 1,8 e 2,0 GHz, misurate su di- stanze e orientamenti diversi. Anche se questi segnali sono ben al di fuori della larghezza di banda dell’am- plificatore operazionale interessato, essi possono an- cora indurre disturbi ad alta frequenza in quest’ultimo. Poiché i segnali ad alta frequenza sono rettificati all’in- gresso dell’amplificatore attraverso diodi di protezio- ne dalle scariche elettrostatiche (ESD) e altri elementi a commutazione non lineare, questi segnali HF conver- titi in una tensione di offset DC si sommano all’offset in ingresso degli op-amp. Ciò provoca uno spostamen- to nell’offset DC in uscita all’amplificatore in relazione alla radiazione di interferenza. I disturbi EMI penetrano in un sistema sotto forma di radiazione o per conduzione. Essi quindi si propagano attraverso i conduttori sul PCB e verso le connessioni ai componenti – tra cui l’op-amp. La lunghezza fisica di queste sezioni di conduttore può trasformarli in effi- caci antenne che generano disturbi ad alta frequenza. Un esempio è costituito da una fonte di disturbo WLAN a 2,4 GHz: a questa frequenza, una lunghezza di 3 cm del conduttore corrisponde a un quarto della lunghezza d’onda corrispondente e quindi costituisce un’antenna molto efficace come parte di un dipolo. Per le altre frequenze, questo può essere facilmente con- vertito in base alla formula: l = c/(4 f) con l = lunghezza in m, c = 3 × 108 m/s, f = frequenza in Hz Un’indicazione pratica per la progettazione di disposi- tivi di elaborazione dati è pertanto: le sezioni di con- duttore per gli ingressi e le uscite, per i circuiti di po- larizzazione e per gli alimentatori dovrebbero essere inferiori di 1/4 della lunghezza d’onda dei segnali HF d’interferenza. Fig. 1 – A 1,8 GHz, l’NJU7755X di NJR (in nero) fornisce un valore di EMIRR superiore di 40 dB rispetto a prodotti analoghi (Fonte: NJR) Fig. 2 – Il diagramma mostra: a una radiazione di 1,8 GHz, l’offset causato dalle interferenze diminuisce senza disturbi (picchi transitori di tensione). Caratteristiche in alto (viola): Segnale d’ingresso. Caratteristiche al centro (blu): segnale di uscita dell’NJU7755X. Caratteristiche in basso (giallo): il prodotto standard presenta disturbi (Fonte: NJR)

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