EO_476
MOUSER ELECTRONICS 15 - ELETTRONICA OGGI 476 - MARZO 2019 FA VOLARE I DRONI ORIZZONTI camere termiche da utilizzare in volo, laser a scansione (laser scanner) e sensori a ultra- suoni - per impedire ai propri droni di colpire eventuali oggetti. I droni delle generazioni più recenti prodotti da aziende quali DJI, Walkera, Yuneec integrano sensori che permettono loro di evitare ostacoli ovunque si trovino - frontali, posteriori e laterali. Creazione di zone interdette al volo La georeferenziazione è una sorta di barriera virtuale creata utilizzando una combinazione composta dalla rete GPS (Global Positioning System) e da connessioni LRFID (Local Radio Frequency Identification), come ad esempio i beacon (trasmettitori radio a basso frequenza) Wi-Fi o Bluetooth. I confini sono definiti da una combinazione tra hardware e software, ovve- ro un’app del drone e un velivolo senza pilota, che determina i parametri di questo perimetro virtuale (geofence). Nella sua forma più sem- plice questa tecnologia è stata utilizzata per prima dagli allevatori per il monitoraggio del bestiame: in questo caso venivano utilizzati collari GPS programmati con coordinate geo- grafiche che emettevano un apposito segnale di avvertimento nel momento in cui un animale superava un’area predefinita. Tra gli altri pos- sibili utilizzi da segnalare il monitoraggio dei veicoli di una flotta, come ad esempio i furgoni portavalori blindati, in grado di emettere un segnale di allarme al verificarsi di un evento imprevisto. I droni possono utilizzare la geo- referenziazione con un livello di accuratezza molto più elevato, solitamente necessario per garantire la conformità alle normative impo- ste dalle autorità aeronautiche relative all’uso dello spazio aereo. Integrate nelle funzionalità di sicurezza di tutti i sistemi SUAS (Small Un- manned Aerial System - ovvero sistemi aerei di piccole dimensioni senza pilota), la georefe- renziazione ha un notevole impatto sulle per- sone senza che queste se ne rendano conto. La georeferenziazione abbina informazioni sulla posizione attuale dell’utilizzatore con in- formazioni relative alla vicinanza di quest’ulti- mo ai luoghi di potenziale interesse. In base al luogo di interesse, è necessario specificare la sua latitudine e longitudine (ovvero le coordi- nate geografiche) e regolare la distanza dalla posizione aggiungendo un raggio. Latitudine, longitudine e raggio definiscono un’area cir- colare che prende il nome di geofence (peri- metro virtuale associato a un’area geografica del mondo reale). E’ possibile avere più geo- fence attivi, normalmente fino a un massimo di 100 per l’utente del dispositivo. Per ciascun geofence i servizi di localizzazione possono inviare notifiche relative a eventi di ingresso, oppure è possibile specificare un periodo di attesa all’interno dell’area definita dal geofen- ce prima di innescare un evento. Esistono vari modi per definire un geofence, creando perimetri virtuali di forme differenti. Vi possono essere aree riservate, caratteriz- zate da diversi livelli di severità, oppure zone fantasma che delimitano perimetri di divieto di sorvolo attorno agli aeroporti commerciali. In alcuni casi si preferisce ricorrere a una forma cilindrica, all’interno della quale i dispositivi non possono oltrepassare altezze e/o raggi prestabiliti. Tool di supporto allo sviluppo: una panoramica Attualmente sono disponibili prodotti che in- cludono piattaforme embedded e chip con in- telligenza artificiale integrata destinati a sup- portare lo sviluppo di questa nuova gamma di droni “intelligenti”. Di seguito sono riportati osservatori e si trasformeranno in apparati decisioni in maniera autonoma e le possibilità applicata dei robot volanti, o dronebot.
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