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EDA/SW/T&M RF TEST do è stata quella di mettere una parete orizzontale intermedia per separare la cavità superiore dove ci sono otto antenne di trasmissione dalla cavità infe- riore con altrettanti ricevitori. Nella parete in mezzo ci sono venticinque “slot” di accoppiamento metallici che sfruttano il principio di Huygens per fungere da “occhio della seppia” e permettere ai segnali di trasfe- rirsi dall’alto verso il basso. Ciò che passa da sopra a sotto è dunque un segnale composto da otto segnali ma i ricevitori della cavità inferiore sono in grado di distinguerli e riconoscerli. Se si mette in basso un og- getto, un dispositivo o un apparecchio sensibile ai se- gnali elettromagnetici allora si può capire se subisce interferenze o accoppiamenti di qualche tipo analizzando le dif- ferenze fra i segnali ricevuti e quelli trasmessi. Il vantaggio è che grazie a quest’approccio si possono riconoscere i segnali selettivamente nel dominio del- la frequenza oppure secondo la loro polarizzazione. Le antenne di trasmissione possono infatti generare segnali con differen- ti frequenze e sono montate su supporti ruotabili per permette- re di decidere la polarizzazione di ciascuno degli otto segnali. Parimenti i ricevitori possono essere ruotati per essere selet- tivi in funzione della polarizza- zione del segnale incidente. Il lungo lavoro di ricerca è stato dapprima puramente accademi- co ma ben presto diventò appli- cativo portando all’impostazione del progetto della mini camera riverberante oggi brevettata che consente di analizzare i segnali MIMO, Multiple-Input Multiple-Output, alle radiofrequenze utilizzate nelle moderne reti di comunicazione. Fra i pregi maggior- mente riconosciuti ci sono, innanzi tutto, le dimensioni adatte ai test sui moderni terminali a radiofrequenza di ogni genere e poi la precisione e la rapidità delle misure che consentono di ottenere immediatamente indicazioni affidabili sul loro comportamento elettro- magnetico. Le piccole e medie dimensioni delle came- re realizzate in più varianti consentono di effettuare i test su smartphone, tablet, computer, moduli di rete automotive, oggetti IoT connessi e tutti quei prodotti di dimensioni piccole o medie sui quali possa trovarsi un transceiver a radiofrequenza. Gli ingegneri Emi- te hanno poi sviluppato un’interfaccia utente grafica di semplice apprendimento che fa delle mini camere un’attrezzatura adatta non solo ai progettisti ma anche ai manutentori. La GUI è stata, comunque, predisposta per affiancarsi ad altre attrezzature di test come ana- lizzatori di rete o emulatori. Camere riverberanti per tutti gli usi L’intera produzione Emite è caratterizzata dai suoi bre- vetti che sono frutto di anni di lavoro e sono oggi ri- conosciuti nel loro valore in tutto il mondo anche per il successo commerciale che hanno riscontrato. La più piccola è la Reverberation Cham- ber (RC) I-Series che oggi è, a tutti gli effetti, la più piccola camera riverberante esistente dato che misura 1,6 metri di altezza, 95 cm di larghezza e 60 cm di profondi- tà. Ha la frequenza delle anten- ne di trasmissione regolabile da 690 MHz fino a 6 GHz ed è per- ciò adatta per testare oggetti IoT LTE-M, NB-IoT ed EC-GSM-IoT, segnali MTC LoRa e Sigfox, reti a corto raggio BT, BLE, ZigBee, Z- Wave nonché ogni tipo di moduli WLAN 802.11 a/b/g/n/ac. Dentro si possono mettere apparecchi o componenti con dimensioni fino a 15 cm e peso massimo di 5 kg 55 - ELETTRONICA OGGI 475 - GENNAIO/FEBBRAIO 2019 Per eseguire i test sulle interferenze che i segnali RF possono causare negli apparecchi Emite ha messo a punto una GUI semplice e intuitiva adatta ai progettisti e ai manutentori I50 è la più piccola camera riverberante oggi esistente ed è adatta per i test elettromagnetici sugli oggetti IoT, i segnali LoRa, le reti a corto raggio e i moduli WLAN 802.11 a/b/g/n/ac

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