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19 - ELETTRONICA OGGI 475 - GENNAIO/FEBBRAIO 2019 realizzazione di questi device, un elemento che av- vantaggia i semiconduttori organici. Gli sviluppi in termini di prestazioni degli OPT però sono rimasti indietro rispetto a quelli dei componen- ti non organici o ibridi e la ragione principale risiede nella scarsa mobilità interna di molti materiali uti- lizzati, che limita l’efficienza nel trasporto delle ca- riche. Una delle sfide da affrontare nella progetta- zione dei fototransistor basati su materiali organici, infatti, è quella di ottenere sia una elevata mobilità, sia una alta sensibilità alla luce. Tutti i parametri chiave dei componenti sviluppati dai ricercatori del WWU sono, invece, nettamente superiori a quelli dei fototransistor organici di ulti- ma generazione, il che implica un grande potenziale per l’uso nelle applicazioni optoelettroniche. Il nuo- vo approccio usato dai ricercatori si basa sull’uso di piccole molecole di 2,6-Diphenylanthracene (DPA) invece di lunghe catene polimeriche. Queste piccole molecole di DPA e la modifica mirata della struttura molecolare sono elementi che consentono di regolare le proprietà fisiche con precisione su un ampio intervallo, come evidenziano i risultati pubblicati sulla rivista Nature Communications, e permettono la realizzazione OPT caratterizzati da una elevata sensibilità alla luce, superiore a quella dei componenti realizzati con materiali tradizionali. Allo stesso tempo, questi OPT basati su DPA mostrano anche un’elevata stabilità nell’aria. I ricercatori hanno precisato, inoltre, che combinando i dati ottenuti dagli esperimenti con le simulazioni del comportamento a livello atomico sono state spiegate le elevate prestazioni ottenibili, un aspetto particolarmente importante per lo sviluppo di questi componenti. Gli esperti ritengono che il DPA offra ottime opportunità per la realizzazione di OPT ad alte prestazioni da utilizzare sia per le ricerche che per applicazioni pratiche come sensori oppure tecnologie per il trasferimento dei dati. Un sensore biodegradabile per misurare il flusso del sangue Francesco Ferrari S ono stati recentemente pubblicati su Nature Biomedical Engineering i dettagli di un nuovo sensore svi- luppato dai ricercatori della Stanford University . Si tratta di un sensore in gra- do di monitorare il flusso di sangue at- traverso un’arteria, ma, a differenza dei componenti attuali, è biodegradabile, per cui non deve essere rimosso con i rischi connessi a un’altra operazione, ed è inoltre wireless e opera senza batterie. Questo nuovo dispositivo potrebbe ren- dere più facile per i medici monitorare il successo degli interventi di chirurgia vascolare. La misurazione del flusso del sangue, infatti, è fondamentale per molte specialità mediche, e quindi un sensore wireless biodegradabile potrebbe avere un impatto decisamente ampio, spaziando dal settore vascolare a quello dei trapianti, alla cardiochirurgia. Questa tecnologia, inoltre, consente di estendere le cure ai pazienti senza richiedere frequenti visite o test, permettendo al medico di controllare in tempo reale lo stato del flusso del sangue senza ricorrere a ulteriori esami. Il principio di funzionamento è rela- tivamente semplice. Il sensore viene avvolto sul vaso dove scorre il sangue che spinge sulle pareti interne a se- conda dei battiti cardiaci. Quando la forma della superficie cambia, a causa delle pulsazioni, viene anche modi- ficata la capacità del sensore di immagazzinare una carica elettrica (la tecnologia utilizzata è quella capacitiva). I ricercatori dell’Università di Münster (WWU) hanno sviluppato un nuovo fototransistor particolarmente efficiente basato su componenti organici (OPT) (Fonte: WWU) Il sensore sviluppato dai ricercatori della Stanford University per rilevare ilflussodisangueattraversoun’arteria è biodegradabile ewireless (Fonte: Stanford University, foto Levent Beker) TECH INSIGHT NEWS TECHNOLOGIES
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