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DIGITAL FACE/FINGER RECOGNITION 45 - ELETTRONICA OGGI 471 - GIUGNO-LUGLIO 2018 N el giro di pochi anni la biometria si è trasforma- ta da una tecnologia di sicurezza destinata ad applicazioni di nicchia a una funzionalità pre- sente in quasi tutti i moderni smartphone attualmente in commercio. Grazie anche in parte al sensore TouchID di Apple che ha favorito la diffusione del riconoscimento delle impronte digitali presso il grande pubblico, sono oramai numerosi i dispositivi di uso comune che adot- tano funzionalità di sicurezza basate sul riconoscimento biometrico (ovvero sull’identificazione di una persona sulla base di una o più caratteristiche fisiologiche). Con il più recente iPhone X, Apple ha introdotto una nuova funzionalità di autenticazione facciale che sfrutta sensori a infrarossi (IR). A questo punto può sorgere la doman- da: il riconoscimento facciale rappresenta il futuro della sicurezza biometrica oppure tale tecnologia non è anco- ra matura per l’adozione su vasta scala? E, viceversa, i meccanismi di autenticazione mediante impronte digitali risulteranno ancora adeguati sul lungo termine? Sicurezza comoda e pratica Poiché per decenni sono state usate le password per au- tenticare i sistemi di elaborazione è lecito domandarsi per quale motivo utilizzare la biometrica. La risposta si può riassumere in una parola: comodità. I sistemi biome- trici, indipendentemente dal metodo utilizzato - ricono- scimento delle impronte digitali, scansione dell’iride o ri- conoscimento facciale - sono molto più comodi, e anche pratici, da utilizzare rispetto alle password. Nel mondo reale, la comodità si traduce in una maggior sicurezza. Anche se le password ben congegnate, formate da lunghe stringhe di caratteri e numeri random, possono rappre- sentare una forma di autenticazione estremamente sicura, nella realtà queste password sicure sono difficili sia da creare sia da ricordare. Gli utenti, di conseguenza, spesso generano password semplici da intuire, come ad esempio “abc123” o, in alternativa, memorizzano le loro password in locazioni facilmente raggiungibili, vanificando in tal modo lo scopo per cui sono state introdotte le password. La sicurezza biometrica, invece, utilizza una forma di iden- tificazione innata e peculiare di ciascun utente, ragion per cui risulta impossibile da perdere o dimenticare. La bio- metria non richiede l’immissione di lunghe stringhe di ca- ratteri, bensì semplicemente di sottoporre a una semplice scansione elementi unici e distintivi di ciascuna persona (occhi, dita o viso). Oggigiorno, lo stato di default di uno smartphone è protetto mediante la biometria. La biometri- ca non è ovviamente infallibile poiché potrebbe essere più semplice contraffare le impronte digitali di qualcuno che rubare le password memorizzate. Tuttavia, la comodità propria del riconoscimento biometrico assicura che i di- spositivi e i sistemi che utilizzano questo tipo di autentica- zione spesso risultano più conformi alle aspettative e alle esigenze degli utenti, assicurando in media una migliore sicurezza complessiva. Viso e impronte digitali: due metodi a confronto Attualmente sono due i sistemi biometrici più utilizzati: la scansione delle impronte digitali e il riconoscimento facciale. Entrambi hanno i propri vantaggi e svantaggi e vengono ampiamente adottati nei dispositivi consumer e negli smartphone delle più recenti generazioni. Scanner di impronte digitali - Finché Apple non ha intro- dotto, nel 2013, il sensore biometrico TouchID per il rico- noscimento delle impronte digitali nel modello iPhone 5s, erano numerose le persone che non utilizzavano alcun tipo di password sui loro smartphone. In ogni caso, le password adottate erano costituite da uno schema mol- to semplice o, nel migliore dei casi, da un pin a 4 cifre. Con l’introduzione di un metodo semplice e veloce come la scansione delle impronte diglitali attivato per default, Apple ha dato l’avvio alla rivoluzione biometrica. Gli Riconoscimento biometrico: alcuni concetti fondamentali A differenza delle password, formate da lunghe stringhe di caratteri e numeri random, spesso difficili da ricordare, la biometria utilizza una forma di identificazione innata e peculiare di ciascun utente, ragion per cui risulta impossibile da perdere o dimenticare Mark Patrick Mouser Electronics

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