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XII Power POWER 16 - MAGGIO 2018 Gli standard relativi all’efficienza energetica per i prodotti hi- tech possono risultare più efficaci nella protezione del nostro Pianeta nel momento in cui venissero adottati su larga scala e gli obiettivi prefissati nelle successive revisioni degli standard stessi diventassero sempre più stringenti. I vari Governi, sem- pre alla ricerca di metodi pratici per soddisfare le promesse fatte di combattere i cambiamenti climatici, stanno renden- do sempre più severe le regole che governano l’efficienza energetica, estendendole a una gamma via via più ampia di applicazioni, dagli edifici ai sistemi di illuminazione, dalle au- tomobili alle apparecchiature IT, agli elettrodomestici e così via, con l’obiettivo dichiarato di ridurre i costi dell’energia e le emissioni dei gas a effetto serra (GHG – Greenhouse Gas). Un ottimo esempio è rappresentato dall’evoluzione delle nor- mative internazionali relative agli alimentatori esterni (EPS (External Power Supplies) per le apparecchiature elettriche utilizzate in ambito domestico e negli edifici. All’inizio degli anni 90 l’agenzia per la protezione ambientale EPA - Envi- ronmental Protection Agency) statunitense ha pubblicato i primi codici volontari in risposta alle ricerche svolte in ambito accademico che avevano evidenziato l’elevato spreco energe- tico che caratterizzava questi dispositivi. Da allora, il Dipar- timento dell’Energia (DOE - Department of Energy) e altri Enti simili in tutto il mondo hanno iniziato a emanare spe- cifiche che avevano come obiettivo l’aumento dell’efficienza media in modalità attiva e la riduzione della potenza dissipata in stand-by - talvolta denominata “vampire power” (ovvero l’e- nergia assorbita quando il dispositivo collegato è spento). La Commissione Energetica dello Stato della California è stata il primo Ente ufficiale che nel 2004 ha imposto l’obbligo di conformità con gli standard di efficienza energetica. Requisiti sempre più severi Gli obiettivi in termini di efficienza minima e di potenza mas- sima dissipata in stand-by differiscono leggermente da Paese a Paese. In ogni caso, la maggior parte delle nazioni sviluppa- te ha adottato criteri di etichettatura energetica (che fornisce cioè informazioni relative all’efficienza energetica dei pro- dotti) e tutte si stanno muovendo nella medesima direzione, ovvero rendere sempre più stringenti i requisiti in termini di prestazioni ogni volta che viene pubblicata una nuova re- visione. Questo obiettivo può essere conseguito in in diversi modi, anche se i più ovvi sono l’incremento dell’efficienza minima media ritenuta accettabile - di solito calcolata a par- tire dalla media delle misure di efficienza rilevata al 25%, 50%, 75% e a pieno carico - o la riduzione della potenza massima consentita dissipata in stand-by. Altre modalità per rendere più severe le normative prevedono disposizioni per l’esecuzione di misure di efficienza aggiuntive in punti spe- cifici dell’intervallo di carico. In questo modo, oltre ad avere una rappresentazione più accurata del reale comportamento dell’alimentatore, si tende a scoraggiare i produttori di EPS dall’ottimizzare i loro prodotti esclusivamente in funzione del superamento dei collaudi. I legislatori possono inoltre estendere il campo di applicazione delle normative inclu- dendo anche alimentatori destinati all’uso in altri ambiti. Lo sviluppo del codice di condotta (Code of Conduct) da parte della Commissione Europea per i produttori di EPS è sicu- ramente un esempio significativo. Il Centro di Ricerca Con- giunto (JRC – Joint Research Group) della Commissione, re- sponsabile della preparazione di questo codice di condotta, ha stimato che l’adozione di quest’ultimo comporterebbe un risparmio su base annua dell’ordine di 5 TWh di potenza Jeff Schnabel • VP of Global Marketing - CUI Etichettatura energetica per alimentatori esterni: sempre più restrittiva ed estesa a un numero crescente di applicazioni I recenti ritardi nell’introduzione degli standard obbligatori che definiscono le prestazioni energetiche degli alimentatori esterni non significa che vi siano rallentamenti nel ritmo in cui si succedono i cambiamenti normativi

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