EO_470

MOUSER ELECTRONICS 17 - ELETTRONICA OGGI 470 - MAGGIO 2018 IL CONTROLLO L’INTEGRAZIONE aver raggiunto un livello sufficiente prima che i regolatori connessi ad altre linee di tensione possano essere attivati. Poiché è più semplice misurare in modo preciso la temporizzazione rispetto alla tensione, spesso un approccio basato sul tempo risulta più efficace. Questa metodologia si basa sul principio che il valore previsto su un certo rail di tensione verrà rag- giunto in un periodo di tempo prestabilito. Anche se il periodo di tempo che intercorre tra le fasi di accensione dei diversi rail è so- litamente molto breve (dell’ordine di alcuni millisecondi), in alcune applicazioni potrebbe essere molto più lungo, ovvero dell’ordine di parecchi secondi. Se in un sistema è presen- te un componente elettro-meccanico, come ad esempio un elemento riscaldante, quest’ulti- mo deve raggiungere la propria temperatura ottimale prima che l’elemento successivo del sistema venga attivato. Un altro esempio è rap- presentato da una CPU (Central Processing Unit) che deve eseguire una procedura di cali- brazione: in questo caso ci vorrà del tempo per completare questa operazione. Un progettista, ovviamente, deve tener conto di situazioni di questo tipo. Nel caso in un sistema siano pre- senti convertitori di potenza discreti dotati di pin di abilitazione (enable) e uscite di “power good”, i progettisti possono utilizzare i singo- li segnali di “power good” per assicurare che il prossimo convertitore della sequenza verrà avviato solamente quando il rail precedente ha raggiunto un valore adeguato per poter rila- sciare il segnale di “power good”. Se uno o più convertitori non dispongono di un ingresso di abilitazione, i progettisti possono implementa- re il sequenziamento utilizzando il segnale di innesco (turn-on) per controllare il gate di un MOSFET posto in serie con l’uscita. Nei casi in cui non vi è alcun accesso al segnale di “power good”, i progettisti potrebbero dover ricorrere a un circuito aggiuntivo per ottenere il risul- tato desiderato. Attraverso questo circuito è possibile campionare la tensione di uscita di un convertitore di potenza per generare un se- gnale di abilitazione per un altro convertitore di potenza. Un’alternativa al campionamento della tensione prevede l’uso di un circuito di temporizzazione. Entrambi questi approcci, in ogni caso, richiedono un numero abbastanza elevato di componenti, che si traduce in un aumento del costo della BOM, un incremento dello spazio richiesto sulla scheda PCB e un maggior onere in fase di progettazione. L’im- piego di componenti discreti, inoltre, comporta l’insorgere di problemi quando si deve attivare la sequenza inversa durante la fase di spegni- mento graduale (power-down). Piuttosto che ricorrere a un approccio che utilizza compo- nenti discreti, i progettisti potrebbero optare per altre alternative basate su circuiti per la messa in sequenza della potenza o dispositivi PMIC. In grado di garantire la massima sempli- cità in fase di implementazione, il componente LM3880 di Texas Instruments (del quale è visi- bile uno schema a blocchi funzionale in figura 1) può essere utilizzato per svolgere compiti di sequenziamento della potenza: la procedura di power-down utilizza la medesima sequen- za e gli stessi intervalli di tempo previsti per la sequenza di power-up, ovviamente in ordine inverso. Grazie ai suoi tre flag di uscita di tipo open-drain (che dopo l’inizio della fase di po- wer-up sono mantenuti tutti nello stato logico basso), questo dispositivo ha la capacità di ge- nerare segnali di abilitazione per un massimo di tre singoli rail di tensione, mentre è previ- sta la possibilità di configurare in cascata due di questi integrati per effettuare il sequenzia- mento di un massimo di 6 rail. Questo PMIC di (Field Programmable Gate Array), SoC sequenza può essere un processo abbastanza cercare di individuare la soluzione più idonea. tecniche di messa in sequenza consentono contribuiscono a semplificare questo compito

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