LIGHTING 6 - SETTEMBRE 2014
XIII
STANDARD
ambito illuminotecnico, molti comunque ritengono che
le norme e gli standard precedenti debbano essere rivi-
sti.
Il quadro normativo in Italia, indicato agli esperti del
settore, è in alcuni casi relativamente datato e prevede
per esempio gruppi di norme, ancora in vigore, come
quella CEI EN 60598-1 “Apparecchi di illuminazione
nella parte I: Prescrizioni generali e prove”, relativa alle
prescrizioni generali per gli apparecchi di illuminazione
che incorporano sorgenti luminose che funzionano con
tensioni di alimentazione fino a 1000V.
Queste prescrizioni, e le relative prove, riguardano clas-
sificazione, marcatura, costruzione meccanica ed elettri-
ca e prendono in considerazione tutti gli aspetti della
sicurezza (elettrica, termica e meccanica).
Altri riferimenti per il lighting sono quelli alla seconda
parte della CEI EN 60598-2-1 e alla normativa CEI EN
60598-2-4. A queste si aggiunge la CEI EN 60598-2-14
“Apparecchi di illuminazione. Parte 2-14: prescrizioni
particolari – Apparecchi di illuminazione per lampade
a scarica a catodo freddo (tubi neon) e apparecchiature
similari”.
Nel caso di dispositivi che utilizzano i LED come fonte
luminosa, invece, fra le norme applicabili ci sono quelle
CEI EN 62031 “Moduli LED per illuminazione generale
– Specifiche di sicurezza”, CEI EN 61347-12 e 61347-2-13
“Unità di alimentazione di lampada – parte 2-13, CEI
EN 62384 “Alimentatori elettronici alimentati in c.c. o
in c.a. per moduli LED – prescrizioni di prestazione”.
In generale le indicazioni relative a fattori come foto-
metria, resa cromatica, affidabilità e tempi di vita sono
però, secondo molti, una direzione verso cui dovrebbe-
ro evolversi e completarsi gli standard, per rispondere
adeguatamente alle mutate esigenze del lighting.
Il consorzio Zhaga: una spinta all’intercambiabilità
L’obbiettivo resta infatti sempre quello di una standar-
dizzazione ampiamente accettata, che possa offrire alle
aziende delle soluzioni intercambiabili, indipendenti
dal produttore.
Un approccio di questo tipo viene portato avanti dal
consorzio Zhaga
. Nel 2010, un gruppo internazionale di
aziende del settore industriale dell’illuminazione – tra
cui Acuity Brands Ligh-
ting, Cooper Lighting,
OSRAM, Panasonic, Phi-
lips, Schréder, Toshiba,
TRILUX e Zumtobel
Group – ha creato il con-
sorzio Zhaga con l’ob-
biettivo di sviluppare di
specifici standard per le
interfacce dei LED light
engine. Questi standard
dovrebbero
favorire,
fra l’altro, l’interscam-
biabilità tra dispositivi
di produttori differenti
definendo le interfacce
per una varietà di light
engine e per particolari
applicazioni. Gli standard Zhaga riguardano le dimen-
sioni fisiche, così come il comportamento fotometrico,
elettrico e termico dei LED light engine.
Lo scorso marzo il consorzio ha annunciato l’inten-
zione di favorire anche l’intercambiabilità fra moduli
LED e driver, in modo che possano essere indipenden-
ti. Infatti, le specifiche di interfacce Zhaga (conosciute
anche come books) definivano soltanto l’intercambia-
bilità fra i LED light engine (LLE) ed escludevano l’in-
terfacciamento elettrico tra modulo e driver.
In questo modo però, nel caso di LLE con driver se-
parati, non era possibile scambiare i moduli LED di
fornitori differenti senza essere costretti a usare driver
diversi.
Il consorzio Zhaga quindi in futuro pubblicherà delle
specifiche che permetteranno di avere moduli e driver
indipendentemente interscambiabili.
Fig. 2 – Per il futuro il consorzio Zhaga prevede
di pubblicare delle speciÀche che assicurino la
completa intercambiabilità dei moduli LED e dei
driver