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EMBEDDED NOVEMBRE 32 SPECIALE | IOT Eclipse Foundation: “La IoT sarà costruita sull’open source” Mike Milinkovich, executive director della Eclipse Foundation, lo dice da anni e l’ha ripetuto anche nel keynote all’Eclipse Summit India 2016: l’in- frastruttura di base della Internet of Things sarà basata su tecnologia open source, e vi sono almeno cinque buone ragioni per cui questo è vero. La pri- ma è la mera scalabilità del sistema: considerando À - liardi di dispositivi connessi, far pagare il softwa- re installato in tali device, non permetterà mai di scalare la IoT ai livelli di cui si parla. Del resto, basta fare un’analogia con il mondo dei server che costituiscono Internet stessa, osserva Milinkovich: tutti i grandi nomi del settore, da Google , a Fa- cebook , a Twitter , riescono a scalare le proprie infrastrutture senza sforzo, grazie al fatto che il software installato in ciascun server dei loro data center è open source, e non a pagamento. La seconda ragione è l’innovazione: nella Silicon Valley ci sono molte aziende di successo perché le organizzazioni usano i “building blocks” del softwa- re open source per costruire le proprie soluzioni. Utilizzando i “mattoni” open source, queste azien- de riescono a muoversi più velocemente, fanno cose più interessanti, e abbassano i costi più di quanto potrebbero fare, se procedessero facendo tutto da sé. Il modello open source permette agli sviluppa- tori di oggi di fare innovazione inmodalità “permis- sionless”, ossia senza chiedere il permesso di usare determinati “pezzi” di software. Semplicemente, oggi è possibile scaricarli da Internet, e provare a integrarli tra loro per vedere se funzionano per cre- are una nuova soluzione. Una situazione completa- mente diversa, ricorda l’esperto, rispetto a quando, venti, trent’anni fa, come application developer in Nortel , doveva costruire una nuova infrastruttura IT: lì c’era tutta una procedura, si facevano prove con una copia di valutazione del software, c’era un “non disclosure agreement”, c’era una fase di “pro- of of concept”, occorrevano sei mesi solo per fare tali attività di sviluppo preliminari. Oggi, invece, l’open source permette di lavorare già con compo- nenti software pronti e documentati, che si posso- no combinare, integrare, con sperimentazioni che, già in poche ore, consentono di fornire risposte ai propri problemi progettuali. Gli sviluppatori, sot- tolinea Milinkovich, oggi non potrebbero vivere in un’epoca migliore, perché con l’open source posso- no vedere subito i risultati del proprio lavoro, ed À + ragione è l’interoperabilità: gli standard sono me- ravigliosi, chiarisce, e diventeranno una parte im- portante dell’Internet of Things, ma è anche vero che spesso i fornitori di tecnologia tendono a creare i propri standard. Dunque, per assicurarsi che un dato standard possa raggiungere un elevato grado di adozione nel mercato, gli sviluppatori devono far À - dabile, implementazione open source. Ciò che dav- L’utilizzo di hardware open source nelle organizzazioni industriali (Fonte: Eclipse Foundation) EdgeX Foundry, un progetto open che accelera la IoT Un passo importante per accelerare le imple- mentazioni IoT è stato anche il lancio, annunciato lo scorso aprile dalla Linux Foundation, del pro- getto open source EdgeX Foundry: quest’ultimo ha l’obiettivo di costruire un framework aperto comune per l’elaborazione dati nei nodi periferici (edge computing) dell’Internet of Things, oltre a un ecosistema di componenti interoperabili, in- dirizzato a unificare il mercato e ad accelerare la diffusione della IoT, sia a livello di imprese, sia nei vari settori industriali (Industrial IoT). A luglio, l’iniziativa EdgeX Foundry, a cui già aderiscono importanti aziende, ha avuto un nuovo impul- so, grazie all’ingresso nel progetto di otto nuovi membri: Absolute Software, IoT Impact Labs, inwinSTACK, Parallel Machines, Queen’s Univer- sity Belfast, RIOT, Toshiba e Tulip Interfaces.

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