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Una situazione di cui il principale responsabile è : À che spaziano dai tempi di completamento del pro- getto, alle competenze interne limitate, alla quali- tà dei dati, all’integrazione tra gruppi di lavoro, al superamento dei costi rispetto ai budget, lo studio mette in luce che le organizzazioni più di successo sono quelle che ingaggiano l’ecosistema di partner IoT in ogni stadio del progetto. Quindi, forti colla- borazioni sono in grado di accorciare la curva di apprendimento per il corretto processo di imple- mentazione delle applicazioni IoT. “Dove vediamo la maggior parte delle opportunità – commenta Inbar Lasser-Raab, vice president Cisco Enterpri- se Solutions Marketing – è dove collaboriamo con altri vendor e creiamo soluzioni che non sono solo connesse, ma anche che condividono dati”. Nessu- na organizzazione da sola può in sostanza risol- vere il problema, e nello spazio IoT non ottenere interoperabilità delle soluzioni, in modo indipen- dente dalla marca o dal modello di device, per gli À - manere ‘incatenati’ a tecnologie proprietarie (ven- dor lock-in), e non avere la capacità di connettere e far comunicare con facilità dispositivi, sensori, sistemi operativi e applicazioni, siano esse di tipo industriale o legate a servizi di largo consumo. Serve più interoperabilità Nonèuncasocheproprio GEDigital e BoschSoft- ware Innovations abbiano di recente annun- ciato una cooperazione, con il principale obietti- vo di lavorare insieme su standard comuni, per aiutare macchine e dispositivi a “comprendersi” l’un l’altro. L’obiettivo è anche di collaborare strettamente sullo sviluppo di una piattaforma IoT open source. Per facilitare ulteriormente l’a- pertura e la crescita delle soluzioni IIoT, l’accor- do si concentra sull’interoperabilità tecnologica e sull’integrazione tra la piattaforma Predix di GE e la Bosch IoT Suite. In aggiunta, l’obiettivo di entrambe le società è stabilire un insieme di tecnologie IoT core “open source-based”, e poi di sviluppare in maniera congiunta, attorno a que- sto stack tecnologico, un più ampio ecosistema, sopra il quale le piattaforme IoT possano essere costruite. Un impegno chiave è quello all’interno della Eclipse Foundation , una della maggiori comunità di software open source a livello mon- diale, di cui entrambe le aziende sono membri. IOT | SPECIALE 31 EMBEDDED SETTEMBRE Nella stessa logica di apertura verso il paradigma open source, come abbiamo già avuto modo di ap- profondire, sta lavorando Eurotech – fornitrice delle piattaforme commerciali Everyware Cloud e ESF – in collaborazione con Red Hat , attraver- so un progetto open source di piattaforma cloud per soluzioni IoT ‘end-to-end’, basato a sua volta sui progetti Eclipse Kapua ed Eclipse Kura, ap- partenenti alla comunità di sviluppo open source Eclipse IoT . Anche dai risultati della IoT Develo- per Survey 2017 À & †< - tecipanti con la collaborazione dei partner Eclipse IoT Working Group, IEEE IoT , Agile-IoT EU , e IoT Council , attraverso le loro rispettive comu- nità, emerge che interoperabilità (24,4%) e connet- tività (21,4%) sono i principali problemi citati dai rispondenti al sondaggio, subito dopo la sicurezza, menzionata dal 46,7% degli sviluppatori IoT. In ag- giunta, Linux continua a essere il principale siste- ma operativo per la IoT (81,5%) mentre, a livello di distribuzioni Linux per la IoT, in prima posizio- ne si trova Raspbian (45,5%) – la distro basata su Debian, ottimizzata per l’hardware Raspberry Pi – seguita da Ubuntu (44,0%) e Android (21,8%). Un altro indicatore importante è che, alla domanda se hanno mai utilizzato piattaforme hardware “open”, $ 0 > 7 A A <ˆ dei rispondenti dice che sì, nella propria azienda queste piattaforme vengono adottate per realizzare ! À + di strategia open source, ben il 46,1% risponde che la propria organizzazione utilizza tecnologia open source nelle proprie soluzioni IoT. L’interoperabilità viene subito dopo la sicurezza % ) % (Fonte: Eclipse Foundation)

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