EO Power 36

EO POWER/AUTOMOTIVE - NOVEMBRE/DICEMBRE 2024 XXVII nell’utilizzo dell’automazione industriale e della robo- tica, e ciò ha portato a numerose innovazioni. Di con- seguenza, la qualità è migliorata e i costi sono diminu- iti grazie alla sostituzione dell’assemblaggio manuale con tecniche che prevedono l’uso di macchine. Tuttavia, proprio la complessità dei cablaggi ha finora impedito di beneficiare dell’assemblaggio robotizza- to. A causa dell’assenza di rigidità, i cablaggi possono facilmente flettersi, attorcigliarsi e muoversi libera- mente, rendendone difficile la gestione da parte di un robot. L’assemblaggio manuale è stata l’opzione più praticabile, ma con chilometri di cavi e centinaia di connettori in ogni veicolo, il metodo può comportare l’insorgere di difetti o malfunzionamenti del sistema dovuti a errori umani. Questi guasti possono avere un impatto significativo sui produttori, sia in termini di costo dei materiali che di danni alla reputazione. L’evoluzione degli schemi di cablaggio L’approccio convenzionale al cablaggio, in cui le con- nessioni tra i dispositivi e le unità di controllo elettro- nico vengono aggiunte semplicemente in base alla loro posizione nel veicolo, è noto come architettura piatta (flat). Oltre a essere complessa, lunga da assemblare e soggetta a errori, un’architettura di questo tipo ri- sulta poco flessibile nel momento in cui è necessario aggiungere nuovi sistemi. Inoltre, Oltre alle difficoltà nella diagnosi e nella riparazione dei guasti, la versati- lità è limitata, redendola inadatta a soddisfare requisiti e standard in continua evoluzione. Per superare questi inconvenienti, molti produtto- ri stanno adottando un design orientato al dominio, in cui le strutture sono raggruppate per funzione per garantire il controllo dell’intero veicolo. Ogni dominio ha un proprio controllore dedicato all’organo di tra- smissione, all’infotainment o ai sistemi di sicurezza e comunica con altri controller tramite un gateway per creare il sistema completo del veicolo. Tuttavia, la struttura basata sul dominio non risolve ancora le problematiche legate al cablaggio, in quan- to ogni dominio avrà una serie di dispositivi distribuiti sul veicolo ognuno dei quali richiede una connessione dedicata al controllore. Pur essendo più adattabile rispetto alla tradiziona- le architettura piatta, l’approccio basato sul dominio non è la soluzione definitiva al problema del cablaggio CONNECTORS Evoluzione dell’architettura di un’automobile

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