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XIV Power POWER 21 - GENNAIO/FEBBRAIO 2020 Nel settore IoT (Internet of Things), potenza e connetti- vità sono le due problematiche chiave per qualsiasi tipo di apparecchiatura sia elettrica sia elettronica. Grazie ai nuovi standard che regolano la tecnologia PoE (Po- wer over Ethernet) è possibile affrontarle entrambe in modo efficace, consentendo in tal modo di trasferire più potenza di elaborazione alla periferia (edge) della rete, nonché di incrementare in modo sensibile le prestazioni dei sistemi connessi di ultima generazione. Il concetto di Internet of Things si basa fondamentalmente sulla connettività. Il collegamento tra sensori, aziona- menti e sistemi di monitoraggio con il “cloud” consente l’aggregazione di dati che risultano accessibili da qualsi- asi parte del mondo. Grazie all’analisi di questi dati è possibile identificare in tempo utile l’insorgere di potenzia- li problemi, nonché individuare nuo- ve modalità per ottimizzare i sistemi e ridurre i consumi energetici (e di conseguenza i costi). L’abbinamento di potenza e connettività all’interno di un unico cavo può contribuire a con- ferire maggiore efficienza all’intero processo. Mentre i dispositivi di dimensioni più ridotte possono essere alimentati tramite batterie e utilizzare connessio- ni wireless, in un contesto di fabbrica, caratterizzati dalla presenza di rumore elettrico anche di elevata intensità, l’affidabilità può rappresentare un problema. Nel mo- mento in cui gli endpoint (ovvero i terminali) IoT si tro- vano a dover gestire una mole sempre maggiore di dati e richiedono quindi potenze più elevate, devono poter disporre di connessioni affidabili sia per la potenza sia per i dati. In ogni caso il trasferimento di tutti questi dati verso il cloud non è esente da problematiche, in termini sia di ampiezza di banda dati richiesta sia di requisiti in termini di latenza per le applicazioni real-time. Nel caso in cui ogni dispositivo IoT richieda un accesso ad alta ve- locità a un server cloud situato dall’altra parte del mon- do nel medesimo istante, si verrebbe inevitabilmente a creare un “collo di bottiglia” di notevole entità. Una soluzione a questo problema prevede l’elabora- zione della maggiore parte dei dati in prossimità dell’apparecchiatura fi- nale, implementando così il concetto di “edge computing” (ovvero di ela- borazione alla periferia della rete). In tal contesto l’analisi dei dati viene effettuata localmente e solo i risultati aggregati sono trasferiti ai server cen- tralizzati. Per effettuare un’elabora- zione del tipo appena descritto è però necessario disporre di una maggiore potenza alla periferia della rete. Po- wer over Ethernet è la tecnologia in grado di risolvere in modo efficace questo problema grazie alla sua capa- cità di fornire potenza sfruttando lo stesso cavo Ether- net utilizzato per il trasporto dei dati, evitando quindi il ricorso a connessione separate. Una soluzione di que- sto tipo è già stata adottata per alcune apparecchiature connesse in rete con requisiti di potenza modesti, come ad esempio le telecamere per il monitoraggio e l’ispe- zione visiva di una linea di produzione. In ogni caso, la tecnologia PoE viene utilizzata sempre più spesso per fornire sia potenza sia dati a diverse tipologie di sistemi utilizzati nelle applicazioni di “edge computing”. Il nuovo standard PoE permette di implementare nuove applicazioni IoT Grazie al nuovo standard IEEE 802.3bt, che permette di erogare una potenza fino a 90 W, è possibile utilizzare nuove tipologie di endpoint IoT, come ad esempio server edge su cui girano algoritmi di apprendimento automatico da utilizzare per l’identificazione di oggetti e analisi delle immagini Riley Beck Product Marketing Manager ON Semiconductor

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