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della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) è principal- mente preconfezionato sulla Terra e richiede consegne re- golari di rifornimento. Ora, mentre la ISS può essere rifor- nita da navicelle cargo, chiaramente èmolto più complicata e costosa se basata su Marte, che si trova a una distanza media di 220 milioni di km e richiede come accennato in precedenza più di 200 giorni di viaggio. Nel 2015, la NASA, in associazione con i Fairchild Botani- cal Gardens di Miami, ha avviato un progetto chiamato “Growing Beyond Earth” per definire quali piante sareb- bero adatte per l’agricoltura spaziale. Dopo una serie di esperimenti e prendendo in considerazione l’intero ciclo di sviluppo, si è deciso di coltivare una varietà di piante tra cui lattughe, senape e ravanelli. L’esperimento è sta- to condotto prima in un laboratorio controllato sulla Terra e successivamente nella ISS per studiare l’influenza della microgravità e di altri fattori sulle piante (Fig. 6). ll progetto “Veggie” includeva un gran numero di fattori sperimentali, ad esempio “Pick-and-Eat Salad-Crop Pro- ductivity, Nutritional Value, and Acceptability to Supple- ment the ISS Food System (Veg-04A)”, e prevedeva anche la ricerca sulle condizioni di illuminazione ottimali per col- tivare piante. Sulla ISS, sono stati testati due trattamenti di luce con diversi rapporti rosso-blu per ogni serie di colture per definire i colori della luce, i livelli e lemigliori procedu- re orticole da adottare per ottenere rese elevate di verdure a foglia verde e pomodori sicuri e nutrienti per integrare una dieta spaziale di cibo preconfezionato. I risultati del- le ricerche sarebbero stati successivamente utilizzati per l’agricoltura sulla Luna o su Marte. Sono stati pubblicati numerosi rapporti, ad esem- pio “Produzione agricola su larga scala per Luna e Marte: attuali lacune e prospettive future” pubblicato su “Fron- tiers in Astronomy and Space Sciences” che riassume sette anni di sperimentazione sul- la Terra e nella ISS (Fig. 7). Considerando le diverse va- rietà di piante da coltiva- re, la distanza e il costo, gli versi regolabili su base individuale in termini di intensità. Alcuni processi di coltivazione combinano diverse fonti di illuminazione, che prevedono anche il ricorso a flash UV per prevenire lo sviluppo di parassiti: ciò richiede un ali- mentatore in grado di passare da una tensione costante a una corrente costante in un intervallo che spazia da quasi zero al massimo (Fig. 5). Questa specifica per un alimen- tatore è proprio ciò che sarà richiesto per lo “space far- ming”, senza dimenticare che l’architettura elettronica di potenza dovrà essere in grado di contrastare gli effetti delle radiazioni spaziali. Trasferire l’agricoltura terrestre nello spazio Poiché la NASA pianifica missioni di lunga durata sulla Luna e su Marte, un fattore chiave è capire come nutrire gli equipaggi durante le settimane, mesi e persino anni che trascorrono nello spazio. Il cibo per gli equipaggi a bordo Lighting Fig. 5 – Alimentatore COSEL con modalità multipla per tensione o corrente costante da max a quasi zero (Fonte: PRBX/COSEL) Fig. 6 – L’astronauta della NASA Peggy Whitson osserva l’esperimento di crescita delle piante di soia nell’ambito del progetto “Advanced Astroculture Soybean” (Fonte: PRBX/NASA) EO LIGHTING - GIUGNO/LUGLIO 2023 XXVIII
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