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XVIII Lighting LIGHTING 22 - MARZO 2020 la sua scadenza naturale, si può continuare a utilizzar- la, sostituendo il driver. Questi ultimi, infatti, “vanno in pensione” prematuramente a causa delle elevate tem- perature interne di funzionamento. Solitamente sono i condensatori elettrolitici a danneggiarsi perché il gel interno evapora gradualmente e le alte temperature ac- celerano questo processo. Casi di utilizzo Grazie alla presenza di driver sofisticati, le lampade a LED rappresentano, a tutti gli effetti, dei dispositivi intel- ligenti dalle mille possibilità. Alcuni modelli prevedono la possibilità di variare la propria luminosità (e relativo consumo) oppure la crominanza grazie alla presenza di dimmer elettronici o dispositivi RGB. Se dalla forma esse sono uguali a quelle utilizzate 20 anni fa, esse seguono una nuova tecnologia sofisticata che permette una il- luminazione molto elevata e consumi minori, assieme a una durata maggiore e costi inferiori. Ormai gli enti pubblici stanno gradualmente passando a questa nuova tecnologia: strade, ville, uffici dispongono già di sistemi d’illuminazione a LED, con eccezionali risparmi econo- mici. Le nuove lampade non sono composte da materiali costruttivi inquinanti, non emettono UV e IR e offrono un’ampia scelta di temperatura di colore. La durata del- le lampade dipende, in gran parte, dalla temperatura di lavoro del driver. Se quest’ultimo viene utilizzato a una temperatura troppo vicina a quella limite (TX), il dispo- sitivo avrà una durata più breve. I driver devono essere utilizzati a temperature operative inferiori al punto TC. Il grafico di cui alla figura 3 mostra la relazione tra la durata di un driver LED generico e la sua temperatura di esercizio, con ciclo di lavoro pari a 24 ore. Fig. 4 – Il grafico mette in evidenza che la vita media di un driver aumenta quanto più bassa è la sua temperatura di esercizio

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