Il fenomeno, la cui genesi è avvenuta per settori, specializzazioni o ambiti territoriali, vede nei distretti industriali una delle sue forme più comuni. È però un dato di fatto che, con l’avvento della globalizzazione economica, da intendesi nel senso più ampio del termine, dunque non solo in senso geografico, ma anche di conoscenze e capacità aggiornamento, di qualità e valore aggiunto che sempre più spesso è necessario dare al prodotto, questi modelli di aggregazione hanno iniziato a mostrare limiti ben definiti.
In risposta ai modelli più tradizionali basati sulla cooperazione territoriale e/o specialistica, le imprese più lungimiranti hanno iniziato – oramai da parecchi anni – a spostare il proprio orizzonte verso forme di aggregazione a rete, il cui obiettivo, pur rimanendo sempre quello della specializzazione in uno specifico campo, non risulta però vincolato a precisi e circoscritti limiti territoriali.
Si sta dunque procedendo verso la creazione di reti di imprese non localizzate che, in base a nuovi e più complessi modelli di coordinamento (supportati anche dalle moderne tecnologie di comunicazione) e costituite a volte sulla base di nuovi assetti giuridici, danno vita a rapporti stabilmente correlati tra più soggetti – non necessariamente vincolati territorialmente – in uno specifico campo di competenza.
Il libro, realizzato da AIP Associazione Italiana della Produzione, presenta i 90 casi più significativi di reti italiane progettate o già realizzate secondo questo schema organizzativo. Le conclusioni lasciano intendere che questo nuovo modello di aggregazione delle Pmi risulta essere la strada lungo la quale si andrà orientando il futuro prossimo dell’organizzazione industriale italiana.
“Reti d’Impresa oltre i distretti”
a cura di AIP Associazione Italiana della Produzione
Il Sole 24 Ore
Collana gestione d’impresa e innovazione
414 pagg.
45,00 euro