Un’interfaccia collegata al cervello per controllare i droni

Pubblicato il 18 ottobre 2017

Un singolo operatore sarà in grado di controllare sciami di droni mediante un’interfaccia collegata al cervello. 

Non è un film di fantascienza, ma lo afferma Panos Artemiadis, direttore dell’Human-Oriented Robotics and Control (HORC) Lab all’Università di Stato dell’ Arizona.

Secondo Artemiadis, entro i prossimi cinque anni, una sola persona sarà in grado di risolvere (grazie all’interfaccia collegata al cervello)  tutti quei casi che attualmente vengono svolti in differenti postazioni e da più operatori contemporaneamente. Nello specifico, coordinare uno sciame di droni non è impresa semplice: serve un coordinamento tra i vari operatori che richiede estrema attenzione, soprattutto in missioni difficile, come i salvataggi o gli incendi.

Tramite il cervello, invece, sarà possibile controllare più droni allo stesso tempo, appunto da una sola ‘mente’. Quali sono gli ambiti applicativi per questo futuristico modo di operare?

Il direttore dell’Horc ne ha identificati alcuni: missioni di ricerca e salvataggio, incendi (anche grazie ad attrezzature per immagini agli infrarossi),  analisi per il settore dell’agricoltura (come la creazione di mappe topografiche, ma anche individuare quali aree hanno più bisogno di irrigazione rispetto ad altre, o scoprire quali colture sono infestate da parassiti). Altri settori potranno essere quello dell’intrattenimento e infine, ma non meno importante, quello della  sorveglianza e sicurezza.

ap